Giove ( approfondimento) m sing
IPA: /ˈd͡ʒɔve/
dal latino "Iuppiter, Iove(m)" del dio romano; già nell'antichità il nome del dio fu dato anche al pianeta
«Giove ci impose due bisacce: ci mise dietro quella piena dei nostri difetti e davanti, sul petto, quella con i difetti degli altri. Perciò non possiamo scorgere i nostri difetti e, non appena gli altri sbagliano, siamo pronti a biasimarli
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(Fedro)
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«Alla prima ora della notte seguente, mentre con il cannocchiale osservavo gli astri del cielo mi si presentò Giove...m'accorsi che gli stavano accanto tre stelline, piccole invero, ma pur lucentissime le quali, per quanto fossero da me credute del numero delle fisse, tuttavia mi destarono una qualche meraviglia
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(Galileo Galilei, tratto da Sidereus Nuncius)
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«Guidami, o Giove, e tu, Destino, al termine, qual esso sia, che d'assegnarmi piacquevi. Seguirò pronto, ché se poi m'indugio, per esser vile, pur dovrò raggiungervi.„
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(Cleante)
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