pacchia f sing (pl.: pacchie)
IPA: /ˈpakkja/
deverbale di pacchiare che significa "mangiare con ingordigia" ed ha probabilmente qualche connessione con pabulum cioè "pascolo, foraggio", usato per indicare una condizione di vita facile e spensierata. L’etimo di pacchiare è dal latino patulare "spalancare" (la bocca), da cui discendono anche alcune voci dialettali di area settentrionale (il veneto paciar «muovere le mascelle», il milanese pacià e il piemontese pacè «mangiare abbondantemente e con avidità»). L’espressione familiare «è finita la pacchia», quindi, indica la cessazione, provocata da accadimenti negativi e non voluti, di una condizione di vita favorevole e senza problemi, soprattutto materiali, e l’inizio di una condizione meno fortunata in cui non si può far a meno di faticare ed avere preoccupazioni, annoiarsi, provare noia, essere annoiato