Hassid
lemma non sillababile
חָסִיד dall'ebraico Hessed (חסד) o Chessed, ossia "bontà, clemenza/misericordia"
(”insegnamento ebraico della Torah orale”)
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« Tra Rabbi Mendel di Kozk e Rabbi Isacco di Worki, che erano stati ambedue scolari del saggio Rabbi Bunam, esisteva un’amicizia fraterna, mai turbata. Ma i loro ḥassidim avevano tra loro contrasti di ogni genere su questioni dottrinarie, e l’opinione degli uni non voleva accordarsi all’opinione degli altri. Una volta tutti e due gli zaddikim si trovavano nella stessa città. Dopo essersi salutati Rabbi Isacco disse: “Ho da raccontarvi delle novità. I nostri ḥassidim hanno fatto pace”. Allora il Rabbi di Kozk balzò su con occhi lampeggianti: “Dunque la forza dell’inganno è già diventata strapotente e Satana si accinge a estirpare la verità dal mondo”. “Che dite!” balbettò Rabbi Isacco. “Riflettete”, continuò il Rabbi di Kozk, “a ciò che il Midrash racconta dell’ora in cui Dio volle creare l’uomo: come allora gli angeli si divisero in partiti. L’amore disse: ’Sia creato, perché compirà opere d’amore’. La verità disse: ’Non sia creato, perché eserciterà l’inganno’. La giustizia disse: ’Sia creato, perché farà giustizia’. La pace disse: ’Non sia creato, perché susciterà contese’. Che fece Dio? Afferrò la verità e la gettò a terra. Avete ben riflettuto sul racconto? La verità era ormai gettata a terra e non impediva più la creazione dell’uomo; ma che fece Dio con la pace e che le rispose?” Il Rabbi di Worki tacque. “Vedete”, disse il Rabbi di Kozk, “i nostri saggi ci hanno insegnato che la contesa per la causa di Dio scaturisce dalla radice della verità. Quando la verità fu caduta a terra, la pace comprese che una pace senza verità è una pace falsa”
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(da “I racconti dei Chassidim”, di Martin Buber)
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