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libet (vai alla coniugazione) seconda coniugazione, impersonale, privo della forma passiva (paradigma: libet, libuit, libitum, libēre)
- piacere, essere gradito, essere apprezzato
- mihi devio ripas et vacuum nemus mirari libet - a me, sperduto, piace osservare le rive e la vuota selva ([:w:Quinto Orazio Flacco)
- taedio fessis dormire quotiens libuit, imus ad villam - ogni volta che a , stremati dal disagio, è gradito dormire, andiamo alla villa (Marziale, Epigrammi, liber XIII, LVII, 27-28)
- an quisquam est alius liber, nisi ducere vitam cui licet ut libuit? - ma chi altri mai è libero, se non al quale è concesso di passare la vita come gli piaceva? (Persio, Saturae, satura V, 83-84)
- lĭ | bĕt
- (pronuncia classica) IPA: /ˈli.bet/
- (pronuncia ecclesiastica) IPA: /ˈli.bet/
dal più antico lubet, a sua volta dal proto-italico *luβēt, discendente del proto-indoeuropeo *lewbʰ-, "amare"; dalla stessa radice discendono il sanscrito लुभ्यति (lúbhyati), "desiderare", e la radice germanica *lubō, "amare", dalla quale il tedesco lieben, "amare" e Liebe, "amore", e l'inglese love
- colui a cui piace, trova gradito ciò che è espresso dal verbo è indicato dal complemento di termine, reso in latino dal dativo: alicui aliquid (facere) libet: a qualcuno piace (fare) qualcosa; si confronti la costruzione delle frasi rette dal verbo placeo (o dall'italiano piacere)
- il verbo è sostanzialmente sinonimo di placeo, ma è utilizzato quando ci si vuole riferire ad azioni, espresse da verbi; placeo ha invece più largo impiego, anche quando il soggetto è un sostantivo. Inoltre, placeo sostituisce libet in tutte le voci non impersonali
- il verbo, impersonale, non è attestato nelle voci plurali, tranne la terza persona plurale del piuccheperfetto congiuntivo libuissent, che si ritrova in Svetonio, Vite dei Cesari, I, XX: cetera item, quae cuique libuissent, dilargitus est - concesse le altre cose a colui al quale fossero state gradite
- discendenti in altre lingue
-
- lubet (arcaico o poetico)